Il Maestro degli Inganni by Miki Monticelli

autore:Miki Monticelli
La lingua: it
Format: mobi, epub
editore: [eBL 118]
pubblicato: 2013-01-31T23:00:00+00:00

Procedemmo in fretta su un sentiero che si apriva e si assestava per noi anche nei punti più impervi. Non era una novità per il Guerriero. Personalmente avevo avuto la possibilità di interrogare una lunatica mappa interattiva, che rispondeva alle domande e indicava passaggi e vie sperdute solo se le andava; questo però batteva tutto. Adesso la via ci compariva letteralmente davanti. A richiesta! E che fosse o meno sul menu.

Seguendo la via del Lanciere, rimanemmo ai piedi delle montagne, sepolti nel verde intenso e immersi nell’odore di terra e foglie sotto l’occhio vigile di cime impervie e rocciose, finché non iniziammo a salire e inerpicarci, miracolosamente senza spezzare le zampe dei cavalli, attraverso una instabile giogaia sassosa su cui si abbatté una frana subito dopo il nostro passaggio. Da lì continuammo verso nord e poi piegammo a est, salendo verso le cime aspre che costeggiavano la vecchia via diretta al Tumulo delle Grotte Rosse, dove la mia avventura sulla Scacchiera aveva avuto il suo infausto inizio.

Fummo abbastanza rapidi, e avevamo impiegato solo un giorno e mezzo a tappe forzate quando, stanchi ma ottimisti, raggiungemmo il punto in cui il Lanciere dette il meglio di sé.

Non vorrei sembrare irriverente ma in modo quasi biblico e di sicuro impressionante, José Ramos fissò le montagne con l’aria di studiarne la conformazione un’ultima volta, poi piantò a terra la sua lancia e, tenendola saldamente con le grandi, ruvide mani, emise un grugnito.

La lama bronzea mandò un lampo attraverso la terra, granelli di pietra si sollevarono tremolando e le cime rocciose sopra le nostre teste parvero quasi rispondergli nello stesso modo.

Tremarono, gemettero come legno sul punto di spezzarsi e poi, come creature vive, sembrarono spostarsi. Con un boato un pinnacolo crollò, per un istante il mondo sembrò in balia di forze incontrollabili che si tendevano e schioccavano; la terra sgroppò sotto i nostri piedi e poi, di colpo, tutto tornò normale. Ramos non aveva squarciato completamente la linea salda del contrafforte aprendovi un’autostrada, per evitare di annullare l’effetto sorpresa sui nostri nemici, ma un passo che prima non esisteva comparve di fronte a noi come un desiderio appena esaudito. Fu più impressionante di quanto immaginavo, e immaginavo molto. Il Guerriero aveva visto fare cose incredibili al Lanciere, ma quella ancora no. C’è sempre una prima volta, a quanto pare.

I cani da guerra smisero di guaire spaventati, i Molossi arretrarono parlottando, tanto intimoriti da farmi pensare che, dopo quella dimostrazione del mio vecchio amico, avrei potuto fidarmi di loro quanto dei miei kraken, mentre ciò che restava del Braccio Nero sorrideva ed esultava con delle facce da schiaffi da primo premio. Già, strano forse, ma capii solo quel pomeriggio perché a chi vedeva cosa potevamo fare sembrassimo così potenti, così indistruttibili e così degni di rispetto da inchinarsi quando passavamo.

Non che ce lo meritassimo solo per questo. Non tutti.

Subito dopo il numero da genio della lampada, con Ramos che risaliva a cavallo ondeggiando esausto sulla sella, procedemmo.

I Molossi chiamarono l’angusto passaggio montano che ci eravamo

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